Caratteri e fattori di interesse
L'IVASS, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, ha pubblicato, il rapporto annuale sui rischi da catastrofi naturali e di sostenibilità relativo all'anno 2023.
L'indagine intende analizzare il duplice ruolo delle assicurazioni, sia in qualità di investitori istituzionali, sottoscrittori dei contratti di copertura di tali rischi sia come soggetti che operano nel perseguimento e valorizzazione degli obiettivi di finanza sostenibile.
L'IVASS ha condotto un'indagine per analizzare i rischi da catastrofi naturali connessi ad eventi di natura climatica, eventi sismici e rischi di sostenibilità del settore assicurativo. Hanno fornito i dati 94 imprese del settore assicurativo che rappresentano la quasi totalità degli investimenti e delle attività di sottoscrizione dei rischi climatici del settore assicurativo italiano. Di queste, 51 imprese, che operano nel ramo danni, con raccolta assicurativa a copertura di rischi climatici e da terremoto, hanno fornito informazioni sulle strategie, pratiche di sottoscrizione e sulle valutazioni d'impatto dei rischi climatici.
La quasi totalità (il 78%) ha riportato di aver già adottato strategie di investimento o di sottoscrizione di rischi che tengono conto dei fattori e dei rischi ambientali, sociali e di governance (ESG); il restante 13% ha segnalato di averne pianificato l'adozione.
Le compagnie che non hanno ancora adottato iniziative a riguardo sono per lo più di piccole dimensioni e specializzate in specifiche aree di business. Il rischio climatico è considerato significativo ("material") dal 70/80% delle imprese che esercitano le aree di attività danni e che hanno in portafoglio coperture dei rischi climatici. Il rischio climatico legato al portafoglio investimenti del settore assicurativo vita e danni è stato valutato come non significativo ("non materiale") dalla maggioranza del mercato (56% in termini di numero e di quota di investimenti totali del mercato).
A fine 2021, la raccolta premi per la copertura dai rischi climatici (2,1 miliardi di euro), era pari al 5,6% del totale danni di settore; la raccolta premi a copertura del rischio sismico (0,4 miliardi di euro) è in crescita (+25%) rispetto al biennio 2019/2020.
Il 58% della raccolta premi a copertura dei rischi climatici è generato dal rischio grandine (1,2 miliardi di euro) per il quale le compagnie registrano il combined ratio più elevato (125%). A seguire tempeste (619 milioni di euro, pari al 30% dei premi climatici complessivi) e inondazione (261 milioni di euro, pari al 13%).
Le linee di business dove si concentra la quasi totalità della produzione assicurativa per i rischi naturali sono due, le "assicurazioni incendio e altri danni ai beni" e "altre assicurazioni danni". A fronte di una raccolta assicurativa stabile nel triennio 2019/2021, gli oneri per i sinistri causati da rischi climatici sono aumentati del 28% circa raggiungendo 1,6 miliardi di euro. Le compagnie prevedono un incremento dell'attività di sottoscrizione nel quinquennio 2022/2026 accompagnata da un probabile incremento delle tariffe per effetto di un inasprimento degli impatti (in termini di sinistri e spese di liquidazione) da eventi climatici estremi sul territorio nazionale.
Le compagnie utilizzano la riassicurazione per le coperture contro i rischi climatici in misura superiore a quanto fanno per il complesso dei rami danni. I contratti assicurativi a copertura dei rischi climatici presentano una durata annuale per oltre il 50% delle imprese. Oltre il 10% ha indicato una durata compresa tra i 5 ed i 10 anni e circa il 25% oltre i 10 anni.
Nel decennio 2012/2021 l'impatto dei rischi climatici sul portafoglio assicurativo, in termini di perdite assicurate, è stato giudicato significativo da circa un terzo del mercato; per i prossimi 5/10 anni attese ulteriori perdite per effetto dell'intensificarsi della frequenza e degli impatti degli eventi.
Dall'analisi dei dati emerge che Italia e Grecia presentano il più alto gap di protezione (esposizione ai rischi elevata e scarsa penetrazione assicurativa) tenuto conto delle perdite economiche registrate e dell'esposizione attuale al rischio di catastrofi naturali (in termini di frequenza, esposizione e vulnerabilità).