Caratteri e fattori di interesse
Nella sua ultima analisi trimestrale del sistema energetico italiano, riferita all'intero anno 2022, l' Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile), stima un incremento delle emissioni di CO2 su base annua pari a +0,5%, contro il +2% stimato a dicembre; l'Italia ha comunque fatto peggio della media dell'area euro, dove le emissioni sono state in calo di poco meno dell'1%. Anche la contrazione dei consumi energetici italiani nel 2022 è stata di oltre il 3%, di poco inferiore alla media europea (-4%); "Come nel resto dell'Eurozona il crollo dei consumi energetici dell'ultimo trimestre è stato causato da contrazione della domanda, azioni di adattamento nell'industria, clima eccezionalmente mite a inizio stagione 2022-2023 e da misure di contenimento dei consumi", spiega Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che coordina l'Analisi.
A livello di prezzi medi del 2022 rispetto al 2021, quello dell'elettricità è cresciuto di oltre il 100%, mentre quello del gas è aumentato del 57%. Alla crisi dei prezzi, aggiunge Gracceva, non si è sommata una crisi di disponibilità fisica delle risorse, grazie alle importazioni record di gas naturale liquefatto in Europa ed al calo dei consumi, oltre che al clima mite di fine 2022. A partire dagli ultimi mesi dell'anno, tutto ciò ha determinato un deciso ridimensionamento dei prezzi del gas, e a ruota di quelli dell'elettricità, ma l'equilibrio del mercato del gas resta fragile. Al di là del breve periodo, gli alti prezzi restano una grave minaccia alla competitività dell'industria europea, basti pensare come nei due principali paesi manifatturieri dell'Ue, Germania e Italia, la produzione industriale dei beni più energivori sia stata fortemente negativa nel 2022. Per combattere gli alti prezzi energetici, l'unica soluzione strutturale possibile è un maggiore sviluppo di fonti rinnovabili in sostituzione di quelle fossili. In Italia, però, continua a peggiorare il trend di decarbonizzazione: a livello di fonti primarie, il calo dei consumi è il risultato di un minor impiego di gas (-10%) e fonti rinnovabili (-12%), anche a fronte di un maggior ricorso a petrolio (+5,5%) e carbone (+29%). Alcuni segnali positivi, invece, emergono sul fronte delle tecnologie low-carbon, in particolare per la mobilità elettrica: i dati più aggiornati sui brevetti per accumulatori e sistemi di ricarica mostrano per l'Italia un lieve recupero dello svantaggio accumulato rispetto ai più rilevanti Paesi europei, con un miglioramento anche nell'interscambio commerciale dei veicoli elettrici.