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Troppa o troppo poca? L'acqua in Italia, in un clima che cambia
In Italia il riscaldamento globale sta correndo a velocità quasi tripla rispetto alla media internazionale, e a farne le spese è in primis una risorsa indispensabile alla vita come l'acqua, che oscilla sempre più tra siccità eD alluvioni. Nel corso della 4° Conferenza nazionale sul clima, promossa oggi a Roma da Italy for climate (Ifc), sono stati presentati i risultati del nuovo rapporto Troppa o troppo poca?
L'acqua in Italia, in un clima che cambia, che documenta puntualmente una crisi ormai in atto. Siamo oramai entrati in una fase di anormalità climatica permanente che ha già modificato il ciclo dell'acqua, aumentando frequenza e intensità di eventi meteoclimatici estremi. L'Italia, al centro dell'hot spot climatico del bacino Mediterraneo, è un Paese più a rischio di altri, con aumento di temperatura di quasi 3 °C rispetto al periodo pre-industriale, a fronte di una media mondiale di +1,1 °C. Questo fa sì che nell'ultimo trentennio climatologico 1991-2020 a disponibilità di acqua sia già diminuita del 20%, rispetto al periodo 1921-1950. E senza ridurre in modo drastico quanto rapido le emissioni di gas serra dovute ai combustibili fossili, il quadro continuerà a peggiorare. L'Italia gode storicamente di una buona disponibilità di acqua - è ancora terza in Europa per disponibilità della risorsa idrica, dietro Francia e Svezia - con circa 130 miliardi di mc disponibili ogni anno. Tuttavia, dopo aver già perso il 20%, la disponibilità potrebbe arrivare a ridursi entro il 2100 del 40% come dato medio nazionale, con punte del 90% in alcune aree del Meridione. Ifc stima che l'acqua prelevata in Italia venga destinata per il 41% all'agricoltura, il 24% ad usi civili, il 20% all'industria e il 15% alla produzione di energia elettrica. Siamo il secondo paese europeo per prelievi destinati all'agricoltura (dopo la Spagna) e il primo per utilizzo di acqua in industria (4 volte più della Germania e 8 volte più della Francia); anche il cittadino italiano consuma in media 220 litri di acqua il giorno, il doppio dell'acqua consumata da un cittadino medio europeo, e gli acquedotti colabrodo perdono circa il 40% della risorsa che trasportano. Oltre alla siccità, c'è l'altra faccia della medaglia: le bombe d'acqua. In Italia i fenomeni a carattere eccezionale sono aumentati esponenzialmente negli ultimi anni, fino a superare, nel 2022, per la prima volta, il valore record di 2.000 episodi all'anno. Un italiano su cinque risiede in aree potenzialmente allagabili, mentre sono minacciate da pericolosità idraulica medio-alta 6,9 milioni di persone, 1,1 milioni di imprese e 4,9 milioni di edifici.





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