Come sta l'Italia?

12 febbraio 2025

Il report "Come sta l'Italia?", relativo al biennio 2023/2024, è stato redatto da IFAB (Fondazione Internazionale Big Data e Intelligenza Artificiale per lo Sviluppo Umano) con il supporto della Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e Leithà Gruppo Unipol. Questo documento rappresenta un'importante analisi sugli eventi meteorologici estremi che hanno colpito il territorio italiano e sugli impatti significativi sulle aree geografiche, sui settori produttivi e sulle comunità.

 La pubblicazione esamina, quantifica e monitora tali eventi attraverso l'uso dell'European Extreme Events Climate Index (E3CI), basandosi sui dati raccolti nell'ultimo anno idrologico. L'E3CI propone un indice sintetico che fornisce informazioni sulle aree soggette a diversi fenomeni meteorologici estremi e sulla loro rilevanza.

Dal punto di vista metodologico, l'indice valuta sette principali dinamiche: stress da freddo e caldo, siccità, precipitazioni estreme, venti, grandinate e incendi boschivi. I dati vengono aggregati e combinati in un unico indice, offrendo una visione complessiva per evento e periodo analizzato.

Per questo report, il periodo considerato va da settembre 2023 ad agosto 2024, con l'obiettivo di esaminare la situazione italiana in relazione agli eventi atmosferici estremi. Sono state analizzate sette variabili principali: temperature massime estreme, temperature minime estreme, venti estremi, grandine, incendi, siccità e precipitazioni estreme.

Temperature massime estreme

L'aumento delle temperature massime rappresenta uno degli eventi più frequenti e preoccupanti in Italia. Si parla sempre più spesso di "temperature record", non solo durante l'estate. La gravità di questi picchi è data sia dall'intensità con cui si verificano sia dalla loro durata, dando origine a vere e proprie "ondate di calore".

Rispetto al passato, si osserva un incremento del numero di mesi caratterizzati da caldo eccezionale. Tra i decenni 2001-2010 e 2011-2020, la percentuale di mesi con temperature elevate è passata dal 13% al 38%. Tuttavia, nei soli quattro anni dal 2021 al 2024, questa percentuale è salita al 54%, evidenziando una crescita preoccupante.

L'Abruzzo è risultata la regione con il caldo più estremo nel biennio 2023/24, mentre Campania, Basilicata e Calabria hanno registrato una persistenza del caldo per otto mesi consecutivi.

Temperature minime estreme

Il cambiamento climatico si manifesta non solo con temperature più elevate, ma anche con una maggiore variabilità, che talvolta porta a minime inferiori ai valori climatologici di riferimento.

Si evidenzia una riduzione dei mesi caratterizzati da ondate di gelo: tra il 2000-2009 e il 2010-2019, la percentuale è scesa dal 7% al 2%, mantenendosi stabile nei primi anni del nuovo decennio.

Le regioni con temperature minime più basse rispetto alla media storica sono state Piemonte e Abruzzo, seguite da Puglia, Sicilia e Liguria. Nessuna regione ha superato la soglia critica per un intero mese, segno di un freddo meno intenso rispetto al passato.

Venti estremi

Nel periodo analizzato, i mesi con venti estremi superiori ai valori storici sono stati settembre 2023 e agosto 2024, risultando dunque anomalie.

I venti più intensi sono stati registrati in Valle d'Aosta e Molise, mentre l'Abruzzo è stata la regione più colpita dalla persistenza del fenomeno, con cinque mesi di vento estremo, di cui tre consecutivi. Anche l'Umbria ha registrato tre mesi di venti intensi, di cui due consecutivi. Lombardia, Calabria e Sicilia, invece, non hanno mostrato anomalie significative per questo fenomeno.

Precipitazioni estreme

Le precipitazioni estreme sono tra gli indicatori più evidenti del cambiamento climatico in atto. Tra il 2000-2009 e il 2010-2019, la percentuale di mesi interessati da piogge eccezionali è passata dal 3% al 12%, per poi scendere al 9% nei primi anni del nuovo decennio.

Dicembre 2023 ha segnato il valore record di anomalie con un indice di 2.1, seguito da marzo 2024 con 1.3, entrambi superiori alla soglia di 1.

Le regioni più colpite sono state Veneto, Lombardia e Liguria, con la Lombardia che ha registrato il fenomeno più persistente (cinque mesi consecutivi).

Incendi

Gli incendi sono difficili da analizzare dal punto di vista atmosferico poiché il 90% di essi ha origine antropica. Tuttavia, le condizioni meteorologiche influenzano la loro propagazione.

Tra il 2000-2009 e il 2010-2019, la percentuale di mesi colpiti da incendi estremi è passata dal 4% al 7%, ma nei primi anni del nuovo decennio è salita al 18%. Febbraio 2024 ha registrato il record di incendi.

La Puglia è stata la regione più colpita, seguita da Marche e Umbria, con la Puglia che ha subito incendi persistenti per cinque mesi (di cui tre consecutivi). Anche Umbria e Molise hanno registrato fenomeni simili.

Grandine

L'andamento della grandine è stato irregolare: tra il 2000-2009 e il 2010-2019, la percentuale di mesi colpiti da eventi estremi è scesa dal 10% al 7%, per poi risalire al 19% negli ultimi anni. Settembre 2023 e aprile 2024 hanno registrato un aumento significativo degli episodi di grandine.

Le regioni più colpite sono Lombardia ed Emilia-Romagna. Nel centro-sud, solo Molise e Puglia hanno registrato anomalie.

Siccità

La siccità è una delle variabili più allarmanti per il territorio italiano e si sta diffondendo sempre più. Tra il 2000-2009 e il 2010-2019, si è osservata una lieve riduzione del fenomeno (dal 9% al 5%), ma nei primi anni del nuovo decennio la percentuale è triplicata, raggiungendo il 16%.

Le regioni più colpite sono Sicilia, Sardegna e Calabria. La Sicilia ha registrato quattro mesi consecutivi di siccità estrema, seguita da Sardegna (tre mesi consecutivi) e Puglia (tre mesi, di cui due consecutivi).

Questo report offre una visione approfondita degli eventi meteorologici estremi in Italia, evidenziando l'urgenza di adottare misure per mitigare gli effetti del cambiamento climatico sul territorio e sulle comunità.